“Sassi e marinai”. Nella mia idea questo titolo avrebbe dovuto raccogliere un’impressione di terra, cui tutti facciamo ritorno, e di spazio che tutti devono attraversare per potersene allontanare e sentirne nostalgia.
Un sasso scagliato lontano, un marinaio che conosce la rotta che lo riporta a casa.
“Sassi e marinai” è un diario poetico, con luoghi di composizione e date, che incomincia da una folgorazione: la prima volta che arrivai sulla spiaggia della Pelosa, a Stintino, un miraggio bianco-turchese che si rivelò appena superato l’apice della salita della strada che vi conduce.
E mi venne in mente il mare di Omero, percorso dalla nave di Ulisse e dal canto delle Sirene…