Ogni anno, il primo gennaio, sulle pagine dei miei taccuini, “Lunga vita!”. Livia cresce, io corro, lavoro e scrivo versi, e i panorami dei giorni si mutano d’abito e voltano le spalle ai nostri buoni propositi.
Primo gennaio 2006. Lunga vita!
Guardo Livia che cresce e penso a tutto il tempo che ho perso, certa che non ne avrò abbastanza per fare ciò che non ho neppure iniziato. E Livia si muove, canta e disegna, chiede scusa se io alzo la voce.
Di tutti i voti, il più bello: “Lunga vita!”, Prof. Magnino, 1997; di tutti i messaggi: “Cara Paola ti auguro un felice anno nuovo pieno di creatività. Baci. Elena”; di tutti i passaggi: Mont Saint Michel e la sua baia ghiacciata; di tutti i sogni, le pieghe del deserto intorno alla valle dei Re; di tutti i viaggi, l’odore del vento; di tutti i romanzi, Gatsby che tende le mani verso la luce verde del molo.
E io troppo spesso ignoro che questo è il momento, il ricordo, il tempo irripetibile.
“Bravi, suonanti!” Livia applaude i musicisti del Concerto di Capodanno.
Primo gennaio 2007. Lunga vita!
– I Viaggiatori –
Vivere con te
è dell’ultimo viaggio
l’odore di terra
in mezzo a cenni
passeggeri
di inevitabili scorci,
inesplorata noia
e quando sento
che a me torni
anche solo da un minimo dinanzi
trepido ancora
e profilo
gradazioni di corolle
al mio cammino.
Primo gennaio 2011. Lunga vita!
Sono qui a inaugurare l’anno, secondo tradizione, con l’augurio del mio professore. E’ circa un’ora che siamo tornati da Orvinio, per un breve passaggio a Roma, dopo la giornata trascorsa con Nadia, Fabrizio e Bianca.
Cena di fine anno con Roberta, Antonio e i bambini, arrivati inaspettatamente la mattina del 31. E ora a Roma, con la piacevole sensazione del ritorno a noi tre, in mezzo al panorama, sotto le costellazioni del cielo d’inverno.
Per i quarant’anni di Angelo gli regalai il telescopio e il 28 dicembre di quel 1999, conobbi Saturno.
Fa freddo e Mac è riluttante, non è cambiato. Lascia a me l’avanguardia.
Fuori ci sono le Pleiadi, le stesse del cielo di Saffo, della sua notte di solitudine, della mia lontana interrogazione di prima liceo, con il Prof. Magnino. Io, in kilt verde e rosso – me lo aveva regalato la Lia a Natale – declamavo il frammento di Saffo, a memoria, colma di notte, vuota di luce.
Di notte d’inverno e Pleiadi
colmo
l’attesa del ritorno.
Orvinio è d’inverno e di valle, larga ai piedi della neve del Velino. E’ il camino e la certezza di cose da fare con le mani, da scrivere, da leggere. A Orvinio la giornata segue la curva della luce, comincia a est e si chiude a ovest, ci lascia insieme come ci ha trovati.
Siamo diversi quando non c’è rumore, riconosciamo la necessità del gesto quotidiano.
Adesso è il 3 gennaio. Non riesco a tener fede a ciò che desidererei, proposito di ogni nuovo anno. Scrivere anche solo brevi note, come queste, talvolta, è una cesura netta da tutto ciò che mi assedia.
Dell’anno che è trascorso ho lasciato indietro tante cose: un pensiero su mio padre che si è fatto canto, non compiuto; il mio sfavillare quando divento cerilo; le frasi di Livia e la nostra casa a Trevignano.
1 gennaio 2013. Lunga vita!
Aghia Sofia, Moschea Blu, Ippodromo, capatina allo Spectra Hotel, visita alla Sokollu Mehemet Pasa, passeggiata in discesa, bambini che giocano a pallone, gli stessi di quindici anni fa.
Sullo sfondo il Bosforo e navi in manovra.
Pranzo in una tavola calda turca con zuppa di lenticchie, kebab, bulgur e acqua confezionata in bicchieri di plastica. Livia assaggia il peperoncino e viene prontamente soccorsa da un simpatico cameriere con un bicchiere di bevanda allo yogurt. Sono tutti gentilissimi; il cassiere carezza Livia e la bacia sul capo, con un gesto antico di mani che accolgono. Fuori il pomeriggio ed Istanbul.
1 gennaio 2014. Lunga vita!
Ci sono le note di Ventotene e di Orvinio ancora da scrivere e poi Livia che inizia le medie e la nostra giornata, il 16 novembre, ma ormai è l’anno scorso, quello dell’estate delle estati, dei ritorni.
Quando abbiamo lasciato Tricarico ho avuto, come sempre più spesso da qualche tempo, l’impressione di non ricordare la successione delle terre, dallo spiazzo della torre saracena.
Mi è capitato per il Museo Archeologico di Damasco, per qualche particolare del mio viaggio in Siria. La paura di non essere stata capace di catturare tutto – e mi sono impegnata – di avere mancato il dettaglio.
1 gennaio 2015. Lunga vita!
La cerimonia di inaugurazione del nuovo Moleskine, a casa di mamma e papà, il giorno dell’Epifania, a mangiare i tortellini in brodo che abbiamo preparato insieme il 23 dicembre.
I gennaio 2016. Lunga vita!
Non ho ancora avuto modo di pensare all’anno nuovo. L’ho incominciato come ho terminato quello passato. Con la paura di perdere.
Ma forse sono solo stanca e ho dimenticato che dobbiamo vivere al sole.
Siamo qui, a strappare queste ore ai giorni che ci hanno preso d’assalto.
E poi Orvinio, desiderato al di là del freddo, al di là del fatto di essere i soli, su alle case.
Partiamo carichi di vettovaglie delle feste, di attrezzatura da neve, con gabbia e coniglio al seguito e mille propositi di letture, lezioni di spagnolo e una pubblicazione da portare alla luce…
Dormiamo, siamo insieme, e ci rimettiamo in sesto in tempi dilatati, tra la luce del sole sulla neve e il camino, il vento di notte dietro ai vetri e Maigret, prima del sonno, su in mansarda, con una storia di Senna e chiuse e affetti traditi, sotto la pioggia sottile e la nebbia d’acqua dolce.
Primo gennaio 2017. Lunga vita!
La luna si accende nel cielo, Venere indossa il suo abito da sera.
Primo gennaio 2019. Lunga vita!
A chi resta, il ricordo quotidiano, in questa giornata di sole, per tutti i giorni che verranno.
Un sorriso che si colora di luce e primavera.
Angelo è da sua madre, dalle 8.00, dopo la serata a casa di Sergio e Simona, con danze e cibo in abbondanza, e un rapido brindisi dai Paoli.
Io sono ancora a letto e da qui guardo il sole che bagna di azzurro il terrazzo.
Ho già cucinato tutto per il pranzo e per il pomeriggio da Marco che abbiamo rivisto a casa nostra dopo quattro anni e mezzo, il 22 dicembre, per la giocata che ha voluto organizzare Mac.
Riti consumati: il caffè e una fettina di dolce a base di crepes al cioccolato, preparato da Livia (con Andrea ed Amalia, ieri sera), poesie di Garcia Lorca, nella traduzione di Carlo Bo, e ozio, pigro e lentissimo, con la penna in mano e il mio taccuino.
Lunga vita, sì, a prendermi cura di chi amo.
1 gennaio 2023. Lunga vita!
Qui ad Amman l’anno è incominciato due ore prima.
La vita e più bella quando scrivi
Che parole meravigliose mi hai scritto, cara Vida, grazie!